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Performance
Le performance evidenziano una caratteristica fondamentale del mio lavoro, quella di essere sempre performativo anche quando non è espresso nel linguaggio dell’azione nel senso tradizionale del termine. Rappresentano prestiti del corpo espressi in forma evidente volti a sottolineare una postura, un atteggiamento. Il corpo viene utilizzato come un ponte che apra dei passaggi fra lo spazio interiore e quello esteriore e manifesti un confine.
L’idea di attraversamento reversibile che si trova in ogni mia opera qui è espressa in modo più netto e visibile. Lo spettatore non viene invitato a prenderne parte attraverso epifanie. Al contrario la sua partecipazione viene stimolata attraverso un processo di sintonizzazione interiore necessario per percepire le opere. Il corpo si presta a materializzazioni visibili di una condizione che viene semplicemente presentata agli spettatori e a me stessa. Senza offrire risposte o soluzioni ma attivando dei processi che perdurino oltre la visione dell’opera.
Wind of change
Performance – Roma, Arte in nuvola, 2023
Un filo colore del sangue e un ago che si muove tra le dita di un’artista. Ore e ore per ricucire una vela come metafora di una sutura profonda. Mai, come in questi giorni, una performance riesce a raccogliere la drammaticità del momento storico che stiamo attraversando. Perché lo sguardo dell’artista va sempre oltre.
Hallenbad Project
Performance realizzata in tre piscine – Milano, Pontresina e Sacca Fisola, 2003
Hallenbad Project è la testimonianza di una performance realizzata in tre piscine – Milano, Pontresina e Sacca Fisola. L’installazione complessa presenta una meticolosa ricostruzione delle fasi del progetto: i disegni preparatori, il costume da bagno, le bende bianche, le riprese video realizzate dall’artista stessa mentre nuota e dalla troupe che la segue camminando con l’attrezzatura lungo i bordi della vasca. Nei ritratti fotografici ci appare costretta ma autorevole nella sua pesante armatura. L’installazione sonora ci introduce in uno spazio mentale galleggiante all’interno del quale percepiamo l’eco del movimento delle braccia e del respiro dell’artista. Il tempo è misurato dal ritmo del respiro. Il gesto coniuga spontaneità e precisione, mostrando l’inseparabile relazione corpo mente. In lei ritroviamo l’essenza del fatto drammatico: la dimensione esistenziale che Letizia Cariello ci presenta attraversa i secoli, non ha collocazione temporale, trae ritmo dal battito cardiaco e motivazione dall’impulso interiore.
2003, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato. Letizia Cariello, Hallenbad Project a cura di Daniel Soutiff e Stefano Pezzato
2004, Assab-One, in Campo Neutro #01 a cura di Roberto Pinto , Milano. Letizia Cariello presenta tre delle dieci sezioni che compongono Hallenbad Project: l’installazione sonora Hallenbad Sound e Hallenbad Portraits già esposti al Centro Pecci di Prato, e il moke-up del libro, Hallenbad Book-installation.
2006, HALLENBAD BOOK – con Lea Vergine, Charta, Milano.
2006, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino. Presentazione del libro Hallenbad Book e proiezione di Hallenbad Backstage Brescia
2019, Video Sound Art festival – il Resto Liceo Volta, Milano.
Im-Fluss (In piedi controcorrente)
Performance nel fiume Flaz, Pontresina CH, 2012
Una persona resiste controcorrente.
In piedi immersa fino a metà dei femori nell’acqua del fiume. Questo è un progetto sul coraggio, nato da un’immagine interna e destinato a diventare un’opera video girata in 16mm, con colonna sonora.
Body pieces
Performance, 1999-2006
Questo è un lavoro sulla punizione e il sacrificio. Dal 1999 al 2006 ho scattato oltre 30 immagini che presentano autoritratti di parte del mio corpo. I Body Pieces mostrano sezioni del mio corpo con sopra dei calendari scritti a mano. Ho scritto io stesso i numeri e le lettere sul mio stomaco; gambe, collo, viso, piedi, usando una penna a inchiostro nero. I numeri e le lettere maiuscole indicano i nomi italiani dei giorni della settimana. Sono scritti in file verticali, subito dopo una nuotata in una piscina milanese.
A volte proteggo una parte del mio corpo con una benda bianca prima di scrivere direttamente sulla mia pelle. Per scattare gli autoritratti delle sezioni del corpo, è necessario tenere la postura acrobatica per circa 3 minuti.